RespiroSofia:
una storia di promessa
Ho passato le mie vacanze ai piedi di questa montagna.
Per chi vive al nord d'Italia, "lei" si chiama Grigna e "vive", e vegeta, in Valsassina nelle prealpi lombarde, a pochi chilometri da quel ramo del lago di Como che tanto ispirò l'ottocentesco romanzo. Una storia di promessa, una storia di "riunione" di chi sentiva di dover compiere un passo verso cui era il cielo stesso a chiamare, ben più che la piccola volontà umana.
E così venne il giorno: "quel benedetto giorno: i due promessi andarono, con sicurezza trionfale, proprio a quella chiesa, dove, proprio per bocca di don Abbondio, furono finalmente sposi." (I promessi sposi, cap. 38)
Non l'ho mai amato particolarmente quel romanzo, pur capolavoro della nostra letteratura. Forse perché al ginnasio una vecchia (dentro e fuori) insegnante dai piedi deformati, ci costrinse a ad impararne interi pezzi a memoria.
Forse perché la base moralistica tipica del tempo stonava rispetto ai nuovi orizzonti della cultura.
O forse perché, a quindici o sedici anni, ciò che cogli è altro rispetto a quanto l'anima tua poi riconosce, col tempo, avendo oramai attraversato strade, strettoie e ponti lungo il cammino.
E così viene "quel benedetto giorno": quel giorno in cui impari a leggere "altro", in trasparenza, fra le trame della vita. E riconosci che quel matrimonio, quello che "s'ha da fare", non riguarda il tuo stato civile ma quello tutto interiore, quella terra profonda, e forse promessa, che abita le nostre profondità.
È così che cerchiamo il ponte, per una vita intera.
Il simbolo (letteralmente ciò che ri-unisce) che ri-collega le sponde, che furono uno e divennero due. Che vanno ricongiunte per operare il passaggio. Il matrimonio fra le parti, "mistero della cosa una". E senti che, a "chiamarti", altro non è che il Significato Della Tua Vita. Che sei proprio "chiamato" a costruire, riconoscendo la strada che essa, sottilmente, invisibilmente, traccia.
L'aria frizzantina, leggera, impalpabile presenza che ti accarezza e rigenera è il dono che la natura ti offre per rammentarti il potere del tuo respiro, negato e abbruttito nelle nostre città e nella vita che, con le sue sfide, ce ne rende dimentichi.
È così che il Respiro si rivela Ponte.
Ponte-potere-possibilità, ovvero strumento per compiere quel "matrimonio", sacro, dentro di te.
È così che ho pensato a Mercurio, il dio messaggero, per l'appunto alato che, avendo familiarità col regno dell'Aria, fa da "ponte che ricollega le parti". E ho pensato di dedicare un giorno alla settimana cui rivolgere l'attenzione o, meglio ancora, la pratica al Respiro - con R dovutamente maiuscola - pratica della quale sono, anch'io, umile messaggera.
Questo giorno non poteva che essere il mercoledì, mercuriale momento che congiunge l'inizio della settimana, "yang" e "attivo", alla sua seconda parte, più "yin", che va evocando il riposo del "sabbat" o della nostra domenica. Necessario momento di sospensione apneica, atta a rigenerare le forze e l'energia.
Tutto respira, infatti, e necessita di pause strategiche dove il lavoro non si ferma ma si compie all'interno. Proprio come nel nostro corpo fisico la ritenzione del respiro non è un momento che nega l'ossigeno alle cellule, bensì un momento in cui questo le permea maggiormente e più in profondità.
Come sempre, la parte più importante del lavoro, è quella che si compie nell'invisibile e che solo la nostra coscienza, addestrata, può portare alla luce.
Ho pensato di dar vita ai "Mercoledì del Respiro", pubblicando post o riflessioni cui ognuno è invitato a partecipare e magari "pillole di Respirazione Consapevole" di sicura innegabile utilità.
Benvenuti dunque in questa palestra. Palestra del Respiro o, meglio della RespiroSofia che la natura ci offre, affinché il nostro cammino non sia mai scollegato dall'invisibile che ci abita e che ci alimenta.
Ti aspetto, se sei giunto a leggere si qui. Camminare insieme è, quantomeno, più motivante e, perché no, più divertente.
A presto dunque, felice di ri-cominciare...
Loredana