di Maria De Benedetti
«In quella fascia di età che va dall’inizio dell’adolescenza al suo prolungato decorso, cioè tra i 15 e i 25 anni, i giovani della nostra società sono costretti a un limbo di incertezza e, spesso, di irrilevanza. Anche se ormai la maggioranza di loro è impegnata nello studio, non ha ancora la speranza (figuriamoci la certezza) di intravedere se stessa nel futuro». Così Maria De Benedetti, nel corso delle riflessioni che ci propone sul presente (ma soprattutto sul futuro) delle nostre generazioni più giovani. Distruttrici e più spesso autodistruttive, com’è tipico di quell’età in ogni epoca, per il motivo denunciato in ogni analisi sociologica e altrettanto perennemente irrisolto: l’assenza di «uno scopo forte e difficile, in quanto costruttivo e non distruttivo: la missione di cui non solo loro, ma tutti noi, abbiamo urgente bisogno».
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