«Guardiamoli: l’uno è (o vuole esserlo) il prototipo del ”potere codificato”; l’altro è (o vuole esserlo), il prototipo del “ vicino al popolo”. Difficile, per il primo, parlare al popolo; troppo facile (troppo facile?), per il secondo, parlare al popolo. Il primo crede di avere, ma non ha, un copione da lanciare sulle piazze, il secondo ha le parole–chiave per eccitarle».
Comincia con questo indovinello neppure troppo difficile da indovinare, il ritratto spietato quanto ironico che Maria De Benedetti propone ai lettori di chi, attualmente, occupa la stanza dei bottoni del Potere Italiano. Un potere, tuttavia, che prima ancora che dai facili slogan e dalle promesse effettuate in campagna elettorale, è derivato dalla capacità dimostrata da chi ci governa di fare leva sulle nostre paure, utilizzando il più antico ed efficace dei metodi: creare un nemico inesistente, su cui catalizzare appunto le nostre insicurezze. «Un nemico può fare il miracolo Almeno può darci la speranza di vincere eliminandolo - ammonisce De Benedetti, per poi concludere sconsolata - Ma si può davvero vincere il buio il nero, che è dentro di noi?»