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Cinema Roma
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Gruppo: Cinema Roma - Mabuse Cinema
Pagina: Cinema Roma Pistoia
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STANLIO & OLLIO
da mercoledì 1 maggio
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mercoledì 1 ore 16.30 - 18.30 - 20.30
giovedì 2 ore 17.15 - 19.20 - 21.30
venerdì 3 ore 17.15 - 19.20 - 21.30
sabato 4 ore 16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30
domenica 5 ore 16.30 - 18.30 - 20.30
lunedì 6 ore 21.30
martedì 7 ore 17.15
mercoledì 8 ore 21.30
Regia di Jon S. Baird, con Steve Coogan, John C. Reilly, Nina Arianda, Shirley Henderson, Danny Huston. Cast completo Titolo originale: Stan & Ollie. Genere Biografico, Commedia, Drammatico - USA, Gran Bretagna, 2018, durata 97 minuti
https://www.youtube.com/watch?v=GzRPZ9oJpHU&t=4s
Nel 1953, Stan Laurel e Oliver "Babe" Hardy partono per una tournée teatrale in Inghilterra. Sono passati sedici anni dal momento d'oro della loro carriera hollywoodiana e, anche se milioni di persone amano ancora Stanlio e Ollio e ridono soltanto a sentirli nominare, la televisione sta minacciando l'abitudine culturale di andare a teatro e molti preferiscono andare al cinema a vedere i loro capolavori del passato oppure i nuovi Gianni e Pinotto, piuttosto che scommettere sulle loro esibizioni in teatrini di second'ordine. Eppure i due vecchi compagni di palcoscenico sanno ancora divertirsi e divertire, e la tournée diventa per loro l'occasione di passare del tempo insieme, fuori dal set, come non avevano mai fatto prima, e di riconoscere per la prima volta il sentimento di amicizia che li lega.
"Steve Coogan nei panni di Laurel e John C. Reilly in quelli di Hardy riescono nell'impresa di far rivivere una delle coppie comiche più grandi della storia del cinema e della televisione in un biopic che fa divertire e riempie di nostalgia allo stesso tempo.
Il punto di partenza è il libro di A.J. Marriot sul tour inglese dei due vecchi artisti, sul quale grava, come un conto alla rovescia per la fine del rullo, l'ombra della fragile salute di Oliver, ma che è anche il momento ideale per vederli sotto un'altra luce che non sia quella dei riflettori e scoprire i modi della loro quotidianità e le dinamiche del loro lavoro.
Stanlio & Ollio, con ritmo e competenza, racconta il retroscena del più grande trucco del cinema (e di quella stagione della commedia in particolare) e cioè, per dirla con Buster Keaton, il fatto che "realizzare film comici è un lavoro serio", ragion per cui Stan Laurel, che era la mente creativa del duo, non smetteva mai di scrivere e di provare, e persino di coltivare l'illusione di un film, un "Robbin' good" che, come ai vecchi tempi, avrebbe posto al compagno qualche difficoltà fisica ma lo avrebbe anche riempito di gioia.
Ma al film dello scozzese Baird, scritto dallo sceneggiatore di Philomena Jeff Pope, riesce anche qualcosa di più, e di molto difficile: gli riesce il lavoro sulla materia, l'inserimento di un discreto numero di ottime gag verbali, la riproposizione di quelle storiche (impossibile resistere a quella della doppia porta), dei gesti che hanno fatto il personaggio (il tie-twiddle di Ollio) e anche qualche finezza come il ritratto delle moglie che a loro volta compongono un duo comico.
Si ride e ci si commuove e ci si ritrova ad applaudire con ritrovato entusiasmo il ritorno di Stanlio e Ollio, che da troppi anni non passano più nemmeno in televisione, proprio come accadde in Inghilterra durante quella tournée del '53." (Marianna Cappi, mymovies.it)
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IL GIOVANE PICASSO
per La Grande Arte al Cinema
lunedì 6, martedì 7 e mercoledì 8 maggio
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lunedì 6 ore 17.15 - 19.20
martedì 7 ore 19.20 - 21.30
mercoledì 8 ore 17.15 - 19.20
Biglietti
Intero 10 euro
Ridotto 8 euro
Regia di Phil Grabsky. Un film Genere Documentario, Arte 2019, durata 85 minuti. Uscita cinema lunedì 6 maggio 2019 distribuito da Nexo Digital.
https://www.youtube.com/watch?v=VtBUbt5rw6w
Quando si legge "Picasso", o semplicemente "Pablo", non si hanno dubbi. È lui, Pablo Picasso, uno dei nomi più famosi della storia dell'arte. Un volto noto a tutti, opere che sono diventate icone mondiali. Ma chi era Pablo prima di diventare l'artista conosciuto in tutto il pianeta? Nasce da qui Il Giovane Picasso di Phil Grabsky.
Il Giovane Picasso ci conduce nella vita di Picasso come in una detective story, svelando passo dopo passo i fatti che portarono un ragazzo proveniente dal Sud della Spagna alla notorietà mondiale.
Il docu-film indaga il ruolo fondamentale che nella vita dell'artista ebbero Málaga, Barcellona e Parigi, ricordando perché ciascuna di esse fu così significativa nel corso della sua formazione. La prima, Malaga, è la città natale di Pablo, quella dove Picasso y Ruiz nacque il 25 ottobre 1881 e si appassionò all'arte, dipingendo all'età di otto anni il suo primo quadro: una corrida, naturalmente. L'amore per la pittura era un'eredità ricevuta dal padre, Josè Ruiz, artista e poi professore di disegno, ma anche dal nonno don Diego Ruiz, guantaio con un innato istinto per il disegno e la musica.
La seconda, Barcellona, è il luogo dove Picasso cominciò la Scuola di Belle Arti e ne contrastò subito l'accademismo, innamorandosi invece dell'architettura della città e dell'eclettismo di Gaudì. Dopo alcuni soggiorni nella capitale spagnola, Madrid, dove frequenta l'Academia Real di San Fernando, Picasso tornerà a Barcellona per inserirsi nell'ambiente stimolante del caffè Els Quatre Gats, simbolo del Modernismo architettonico catalano e luogo di incontro privilegiato dei giovani artisti e intellettuali della città. Il suo stile si andrà evolvendo fino a toccare un simbolismo che prelude al periodo Blu.
Attratto dai Preraffaeliti, Picasso deciderà poi di recarsi a Londra, ma non la raggiungerà mai. Perché la tappa intermedia a Parigi diventerà cruciale: qui, gli incontri con artisti e collezionisti saranno fondamentali per la sua attività artistica, alimentando l'indole del pittore, naturalmente volta alla sperimentazione.
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Programma Mabuse Cineclub febbraio-maggio 2019
c/o Cinema Terminale - Via Carbonaia 31 - Prato
A PROPOSITO DI FAUST
Un progetto di Teatro Metastasio e Cineclub Mabuse
Dall’11 al 19 maggio il Fabbricone ospiterà Scene da Faust per la regia di Federico Tiezzi, uno dei registi teatrali più importanti del nostro Paese. Lo spettacolo si confronterà con un grande mito: quello di Faust. Il racconto di un sapiente studioso di teologia, filosofia e scienze naturali che, per ottenere conoscenze ancora più vaste, potere e giovinezza, vende la propria anima a Mefistofele mediante un contratto firmato col sangue. Lo spettacolo prenderà in esame la prima parte del Faust che ha proprio la figura di Mefistofele come centrale. Le regie di Tiezzi sono sempre ricche di colte citazioni tratte da vari ambiti delle arti visive e il cinema è una delle fonti primarie. Proprio per questo motivo abbiamo pensato di promuovere una piccola rassegna che presentasse tre film sul Faust che gli hanno suscitato suggestioni che troveremo in vario modo nello spettacolo: Faust di Friedrich Wilhelm Murnau, Faust di Aleksandr Sokurov e Parnassus di Terry Gilliam. Scene da Faust vedrà il regista e gli attori alla ricerca dell’essenza dell’uomo contemporaneo, in una terra di confine dove si scontrano il bene e il male. Oggi l’immagine di un patto con il Demonio forse non fa più troppa paura, ma i bisogni che spingono Faust a vendere l’anima ancora ci turbano: il desiderio di conoscenza e di nuova giovinezza, la ricerca della saggezza, delle risposte alla domanda su cosa sia la natura, la storia e la vita dell’uomo. Potremo riflettere su questi temi che animano anche i tre film, in attesa di trovarli declinati anche nello spettacolo che debutterà in prima assoluta al Fabbricone di Prato.
Spettacolo unico il MARTEDÌ alle ore 21.30
POSTO UNICO 5€ - *COPIE RESTAURATE 6€
RIDUZIONI PER ABBONATI METASTASIO E MONASH UNIVERSITY 4€/*5€
INGRESSO RISERVATO AI POSSESSORI DI TESSERA ASSOCIATIVA 2019 (1€)
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PARNASSUS - L'UOMO CHE VOLEVA INGANNARE IL DIAVOLO
martedì 23 aprile - ore 21.30
c/o Cinema Terminale
via Carbonaia 31 - Prato
un progetto di Teatro Metastasio e Cineclub Mabuse
CAST
Usa, 2009
Regia: Terry Gilliam
Attori: Christopher Plummer, Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrell, Jude Law
Sceneggiatura: Terry Gilliam, Charles McKeown
Fotografia: Nicola Pecorini
Musiche: Jeff Danna, Mychael Danna
Montaggio: Mick Audsley
Scenografia: David Warren, Anastasia Masaro
Arredamento: Caroline Smith, Shane Vieau
Costumi: Monique Prudhomme
Effetti: Mike Vézina, Grahame Andrew, Richard Bain, John Paul Docherty
Durata: 122'
TRAMA
L'Imaginarium è un speciale spettacolo itinerante organizzato dal misterioso dottor Parnassus, un uomo che grazie ad uno specchio magico riesce a realizzare i sogni del pubblico. In realtà, il suo speciale potere è il risultato di un accordo fatto tanti anni prima con Mr. Nick, un uomo divertente e scanzonato che in cambio del prodigio gli ha fatto una singolare richiesta: se mai Parnassus avrà una figlia, al compimento del suo sedicesimo compleanno l'anima della ragazza dovrà essergli consegnata. Anni dopo, Parnassus si troverà costretto a pagare il pegno a Mr. Nick, ma per salvare l'anima di sua figlia Valentina proporrà una scommessa al suo creditore e per riuscire a vincere si avvarrà dell'aiuto di Tony, un giovane seducente, dal passato misterioso e innamorato di Valentina.
CRITICA
"Nella prima scena, Heath Ledger dondola impiccato sotto un ponte di Londra (ma lo salvano). Nelle ultime sequenze, girate dopo la sua morte, sono tre colleghi a rimpiazzare lo sventurato attore: Johnny Depp, Jude Law, Colin Farrell. Con questo espediente, Terry Gilliam ha potuto terminare, malgrado la scomparsa prematura del protagonista, la lavorazione di 'The Imaginarium of Doctor Parnassus'. Film visivo per eccellenza secondo la tradizione del regista di 'Brazil' e 'Munchausen', farcito di sofisticati effetti speciali e tutto basato su scenografie e costumi sovraccarichi, 'The Imaginarium' è una favola che celebra l'immaginazione, l'ennesima incursione di Gilliam al confine tra realtà e fantasia. O forse una personale rivisitazione del mito di Faust da parte del visionario cineasta inglese: si parla di un patto col diavolo per garantirsi l'eterna giovinezza e nel teatrino ambulante del Dottor Parnassus (Christopher Plummer), che attraversa la Londra contemporanea, basta attraversare uno specchio per ritrovarsi in un universo parallelo: popolato di meraviglie o di mostri, dipende dall'occasione..." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 23 maggio 2009)
"E' festa per i partigiani dell'anima fantasiosa e fantastica discendente da Méliès in competizione con quelle dei Lumière. L'autore di 'Brazil', l'americano della compagnia inglese dei Monthy Phyton che festeggia i 40 anni, usa le risorse della tecnologia per disegnare il suo mondo di favola e tuttavia non è ad esse che affida lo zoccolo duro della sua creazione ma a una debordante forza dell'immaginazione." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 23 ottobre 2009)
"L'immaginifico Terry Gilliam, ex Monty Python, autore di paurosi deliri a Las Vegas, eserciti scimmieschi, re leggendari, favolisti e baroni avventurosi, libera la sua allucinata vena extralarge: è un creatore di mondi, di inferni, di sogni per bimbi e consolazioni per signore. Cast straordinario di nani, ballerine e angeli innamorati. Gilliam scatena uno tsunami/Cabaret di malinconica magia, ma non riesce a creare magica malinconia. Tempi e parole in cortocircuito sovraccarico. Come Margherita di Cocciante, la Forte Immaginazione è vento, e non sa che può far male. E persino annoiare." (Alessio Guzzano, 'City', 23 ottobre 2009)
"Solo il cinema e Gilliam potevano essere così poetici e la pellicola diventa anche per gli spettatori un tuffo tra realtà e fantasia. Quando parliamo di Settima arte, sono queste le opere a cui pensare: quelle in cui si diverte chi guarda e chi lavora al film, quelle che fanno tornare tutti bambini, vivendo le stesse gioie e le stesse paure di chi è indifeso e ancora abbastanza puro. E questo è Gilliam, un finto cinico che sa stupire e stupirsi, a cui si perdona tutto perché per primo, lui, non perdona se stesso, mostrandoci il suo inconscio con un genio sensibile e spudorato. Difficile essere razionali parlando di lui, soprattutto se ci regala l'ultima grande performance di un attore che stava per diventare immensa. E che qui, sarà una bestemmia, ci piace più che in "Batman". Forse anche perché ci piace ricordarlo così." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 23 ottobre 2009)
"Fiera delle meraviglie, sogno-incubo, il primo comandamento del cinema di Terry Gilliam, un fratello Grimm sul set, il più verace sofferto visionario, con Tim Burton, del cinema di oggi. In questa versione del Faust col mago dei prodigi che baratta l'eterna giovinezza con la figlia, la parola non riesce a stare al passo con un eccesso di sconfinata fantasia. La malinconia della morte di Heath Ledger aleggia, ma tre affettuose controfigure (Farrell, Law e Johnny Depp) mimano l'eternità additando i veri immortali, i divi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 ottobre 2009)
"In genere, il gusto italiano, specialmente cinematografico, non è orientato verso le opere di fantasia, che appaiono anzi a volte irritanti e per bambini: ma in questo caso va diversamente, per la straordinaria bravura del regista, per i trionfi luminosi, colorati e molto allegri che rendono il film splendente. Il conflitto è sempre il medesimo: bene contro male, verità contro finzione, maschera contro volto." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 ottobre 2009)
"La favola del regista dei Monty Python gioca sul doppio, il bene e il male complici, la città moderna con le vetrine di moda e il pozzo profondo dell'immaginazione, al di là del sipario tutto è possibile, dietro la maschera non c'è mai la fine, la storia continua contro la narrazione piena di menzogne della realtà, ed è la forza vitale dell'impossibile che fa girare il mondo." (Mariuccia Ciotta, 'Il manifesto', 23 ottobre 2009)
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