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LE GRAND BAL
giovedì 6 e venerdì 7 giugno
per la rassegna “Diversismi – Pistoiainterculturale”
in collaborazione con Centro Interculturale, Cooperativa Pantagruel / Cooperativa Saperi Aperti e Comune di Pistoia
Proposta di Attività in collaborazione e sinergia con il Progetto SPRAR Pistoia 2019
Biglietti:
giovedì 6 ore 21.30: 4 euro
venerdì 7 ore 17.15: intero 6 euro, ridotto 5 euro
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giovedì 6 ore 21.30
venerdì 7 ore 17.15
Regia di Laetitia Carton. Genere Documentario - Francia, 2018, durata 95 minuti. Uscita cinema giovedì 2 maggio 2019 distribuito da Barz and hippo.
https://www.youtube.com/watch?v=Yn0cTLuMFiM&t=19s
Ogni estate a Gennetines, paesino dell'Alvernia, duemila persone arrivano da ogni parte del mondo per ballare, per sette giorni e otto notti di fila. Non è un rave, e non è una gara di resistenza come quelle ai tempi della Grande Depressione: è il Grand Bal de l'Europe, festival di danza popolare dove chiunque, giovani e anziani, francesi e non, si lanciano in polke e mazurke, quadriglie e gironde, valzer impari e circoli circassiani. Un fiume umano il movimento che la mattina riceve lezioni da esperti provenienti da tutta Europa (sì, anche l'Italia, con insegnanti di pizzica a taranta) intenti a mostrare loro i passi base delle danze tradizionali, e la sera balla fino allo sfinimento, per poi lasciare posto ai giovanissimi protagonisti del "boeuf", la versione notturna del Grand Bal, o unirsi a loro non stop.
"Sotto i grandi tendoni allestiti ad hoc si svolgono le lezioni e gli incontri serali: ogni ora e mezza si cambia stile di danza e musica, eseguita da instancabili suonatori di violino e clarinetto, contrabbasso e cornamusa, e soprattutto fisarmonica, il più francese e il più nostalgico degli strumenti - perché il Grand Bal è anche un'operazione nostalgia che ci ricorda quando i nostri nonni e bisnonni ballavano insieme fino all'alba sull'aia, durante matrimoni e feste di paese.
La documentarista francese Laetitia Carton ha scelto il Grand Bal del 2016 per raccontare questa esperienza collettiva e si è piazzata in messo ai danzatori, ma anche sopra di loro o ai loro piedi, filmando ogni secondo di questa interminabile kermesse. A poco a poco i partecipanti si abbandonano completamente alla musica perdendo la nozione del tempo, in coppie improvvisate e con continui scambi di partner, uomini con donne ma anche uomini con uomini e donne con donne, ballando in gruppo, qualche volta cantando insieme alle orchestrine. La cinepresa sta tanto sui loro corpi quanto sui loro visi, raccontandone le emozioni, il divertimento, l'estasi, la sensualità, e filma le loro scarpe consumate, pensate per un ballo di resistenza: scarpe logore ed esauste, eppure ancora in movimento.
Ma Le Grand Bal non è solo il documentario su una kermesse di danza popolare: è anche il resoconto della convivenza dei danzatori nell'enorme tendopoli improvvisata condividendo bagni, grandi bevute e street food, tutti disciplinati da una macchina organizzativa capillare. Che cosa porta questa comunità danzante verso Gennetines? Il desiderio di lasciarsi andare ed entrare in contatto con gli altri, ritrovando quel senso della collettività accantonato dall'individualismo quotidiano, quel ritmo della natura schiacciato dalla frenesia cittadina. "Senza ballare sarebbe troppo dura", afferma un ragazzo che per campare fa l'idraulico.
Le Grand Bal entra a pieno diritto fra i film sulla gioia della danza, da Ballando ballando a Lezioni di tango, da Ballroom - Gara di ballo a Shall We Dance?, e si accosta a documentari recenti come Vai col liscio o Sagre balere. Ma è anche uno studio sulla ricerca di una connessione umana e di quella "bellezza insostenibile" generata dall'incontro fra corpi e musica. E Carton racconta i momenti di massima esultanza e intimità azzerando il sonoro, a riprova che la danza e il ritmo musicale sono il volano, ma ciò che prende il volo è l'anima." (Paola Casella, mymovies.it)
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JULIET, NAKED - TUTTA UN'ALTRA MUSICA
da giovedì 6 gugno
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giovedì 6 ore 17.15 - 19.20
venerdì 7 ore 19.20 - 21.30
sabato 8 ore 18.30 - 20.30 - 22.30
domenica 9 ore 16.30 - 18.30 - 20.30
martedì 11 ore 17.15 - 19.20 - 21.30
mercoledì 12 ore 17.15 - 19.20 - 21.30
Regia di Jesse Peretz. Un film con Rose Byrne, Ethan Hawke, Chris O'Dowd, Megan Dodds, Jimmy O. Yang, Lily Newmark. Cast completo Titolo originale: Juliet, Naked. Genere Commedia - Gran Bretagna, 2018, durata 105 minuti. Uscita cinema giovedì 6 giugno 2019 distribuito da Bim Distribuzione.
https://www.youtube.com/watch?v=mojUjukmdX4
Duncan e Annie vivono una relazione abitudinaria da 15 anni: lui è ossessionato da un musicista ritiratosi misteriosamente dalle scene, Tucker Crowe, mentre lei vorrebbe un figlio ma non osa insistere. Quando emerge un album inedito di Crowe e il musicista entra di fatto nelle loro vite, le crepe tra i due diventano insanabili.
"Tutto in Juliet, Naked grida forte e chiaro il nome di Nick Hornby e di una tipizzazione dei rapporti umani che si ripete con variazioni minime da "Alta fedeltà" in poi.
Un Peter Pan brizzolato, anzi due: fan e artista, differenti declinazioni della figura di perdente cara all'autore di "Febbre a 90". Il differente punto di vista, americano e non britannico, di Jesse Peretz rischia di rendere più stereotipata la visione dell'inglesità, fatto che, non a caso, la critica britannica ha mostrato di non gradire. Ma quel che si perde in britishness si guadagna nella componente a stelle e strisce, visto il casting perfetto di Ethan Hawke come Tucker Crowe (è l'attore a interpretare tutti i brani musicali).
Un "giovane nonno", o un vecchio ragazzo, scombinato, perdente e sconclusionato almeno quanto Duncan lo aveva assurdamente mitizzato. Uno scollamento tra elaborazione dei propri miti, con generazione di un proprio intangibile avatar, e realtà concreta: una collisione che raggiunge l'apice quando Tucker Crowe entra nelle vite di Annie e Duncan e nello schema da romcom di Jesse Peretz. Duncan è detestabile nella sua incapacità di ascoltare la propria compagna, ma è anche drammaticamente realistico e contemporaneo.
Paradossalmente l'equilibrio creatosi fin lì, attraverso una pregevole caratterizzazione dei personaggi, si sfalda progressivamente man mano che il rapporto tra Annie e Tucker prende corpo. Splendida coppia Byrne-Hawke, ma la sceneggiatura finisce per assisterli sempre meno, introducendo nuovi personaggi e situazioni da romcom (la mostra con esecuzione di Waterloo Snset dei Kinks), che rallentano il meccanismo anziché oliarlo. Come se si preferisse girare attorno alla svolta narrativa senza assumersi il rischio, come se la sceneggiatura dimostrasse la medesima incompiutezza dei protagonisti raccontati.
Un'impressione di frammentarietà che è forse aggravata dalla - evidente - scrittura a più mani dello script (tra gli autori figura Tamara Jenkins, autrice dell'ottimo Private Life) che sfocia in un epilogo sbrigativo, irrisolto. Troppi fili restano sospesi, troppo pathos narrativo viene colpevolmente sperperato. Difficile che Juliet, Naked possa aggiungersi a piccoli classici del genere come Questi sono i 40, La verità è che non gli piaci abbastanza o ...E alla fine arriva Polly: se il film di Peretz sarà ricordato sarà grazie all'ennesimo personaggio di Hawke ricco di richiami alla vita dell'attore, maestro indiscusso - insieme al suo mentore Richard Linklater - nel mescolare e intrecciare realtà e finzione. In una infinita irresolutezza che accomuna Tucker Crowe a Juliet, Naked nel suo complesso, che resta un film gradevole ed effimero dove avrebbe potuto ambire a qualcosa in più." (Emanuele Sacchi, mymovies.it)
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