VUOI ENTRARE AL CINEMA CON SOLI € 4,50/5,00?
AL CINEMA ROMA E' POSSIBILE CON I NOSTRI
ABBONAMENTI!
Abbonamento 5 ingressi:
25 euro; validità 3 mesi; massimo tre ingressi al giorno
Abbonamento 10 ingressi:
45 euro; validità 5 mesi; massimo 5 ingressi al giorno
(gli abbonamenti sono utilizzabili per tutti i film, eccetto gli eventi speciali che hanno il prezzo intero più alto di 8 euro) |
BIGLIETTO STUDENTI SEMPRE RIDOTTO PER SCUOLE MEDIE SUPERIORI
E UNIVERSITARI UNDER 26 MUNITI DI LIBRETTO |
Cinema Roma
via Laudesi 6 a Pistoia
tel 0573 187 30 86
mappa
www.cinemaromapistoia.it
Facebook
Gruppo: Cinema Roma - Mabuse Cinema
Pagina: Cinema Roma Pistoia
|
|
SARAH & SALEEM - LA' DOVE NULLA E' POSSIBILE
da giovedì 16 maggio
|
|
giovedì 16 ore 17.15
venerdì 17 ore 21.30
sabato 18 ore 17.30 - 22.30
domenica 19 ore 18.00
lunedì 20 ore 21.30
martedì 21 ore 17.15
mercoledì 22 ore 21.30
Regia di Muayad Alayan, con Adeeb Safadi, Sivane Kretchner, Ishai Golan, Maisa Abd Elhadi, Jan Kuhne. Cast completo Titolo originale: The Reports on Sarah and Saleem. Genere Drammatico - Palestina, 2018, durata 127 minuti
https://www.youtube.com/watch?v=7wqXPmu6uS0
Sarah, israeliana, gestisce un bar a Gerusalemme, ha una figlia piccola di nome Flora e un marito nell'esercito. Saleem, palestinese, fa consegne di pane, ha una moglie incinta e problemi ad arrivare a fine mese. I due s'incontrano, si piacciono, intraprendono una relazione clandestina che si consuma con cadenza settimanale nel furgone di lui. Basta una rissa in un pub a Betlemme ad accendere la miccia, ne esploderà un'indagine più politica che privata in cui tutti sono contemporaneamente colpevoli e innocenti.
"(...) 'The Reports on Sarah and Saleem', il titolo internazionale del secondo film del regista palestinese Muhayad Alayan - in italiano divenuto 'Sarah & Saleem - Là dove nulla è possibile' - restituisce con precisione cosa significa qualsiasi gesto, anche personalissimo come appunto avere un amante, nella realtà di un paese, quale Israele quando si tocca il muro sempre più netto e violento della separazione. Si può essere solo eroi anche senza volerlo, anche per caso, o forse persino di più. (...) Quello che si presenta come un paradosso narrativo, il cui facile esito potrebbe essere la contrapposizione tra «buoni» e «cattivi», viene tenuto dal regista con fermezza, a cominciare dalla costruzione dei personaggi che prendono il proprio spazio nell'inquadratura - e nella narrazione - senza divenire simboli di qualcos'altro." (C.PI., 'il Manifesto', 25 aprile 2019)
"Nell'intrigo paradossale che trasforma una relazione di sesso senza pensieri in un caso politico pieno di implicazioni drammatiche, il bandolo della matassa, alla fine, è solo nelle mani delle donne. (...) Ancora una volta, nell' avventura palpitante di 'Sarah & Saleem - Là dove nulla è possibile', regia di Muayad Alayan, dall'universo femminile arrivano segnali convincenti per un futuro di pace che i maschi non sanno né immaginare, né progettare." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 25 aprile 2019)
|
I FIGLI DEL FIUME GIALLO
da giovedì 16 maggio
|
|
giovedì 16 ore 21.30
venerdì 17 ore 17.15
sabato 18 ore 20.00
domenica 19 ore 15.30 - 20.30
lunedì 20 ore 17.15
martedì 21 ore 21.30
mercoledì 22 ore 17.15
Regia di Jia Zhangke, con Zhao Tao, Liao Fan, Zheng Xu, Casper Liang, Feng Xiaogang, Yinan Diao. Titolo originale: Jianghu ernü. Titolo internazionale: Ash is Purest White. Genere Drammatico - Cina, Francia, Giappone, 2018, durata 141 minuti
https://www.youtube.com/watch?v=8VuLjLIPO8o
Qiao, una ballerina innamorata del gangster Bin, si trova coinvolta in un combattimento tra bande locali e per difendere l'uomo che ama spara un colpo di pistola. Per questo viene condannata a cinque anni di carcere. Dopo il suo rilascio, Qiao va alla ricerca di Bin per ricominciare una vita insieme a lui. Ma non tutto è come prima...
"(...) Presentato al festival di Cannes dell'anno scorso, 'I figli del Fiume Giallo' è il nuovo grande film di uno dei grandi registi contemporanei. Attraverso le sue opere negli ultimi vent'anni Jia Zhang-ke ha raccontato la mutazione della Cina (come a dire: il cuore della nostra storia globale) attraverso drammi personali, sfiorando i vari generi in opere di grande respiro. E in questo caso fa una sorta di riepilogo del proprio cinema: anche alla lettera, perché utilizza a volte riprese girate in vari momenti della sua carriera, e abilmente mescolate, come a creare una invisibile stratificazione. Anche la vicenda ripercorre atmosfere dei suoi lavori precedenti (...) la fanno lievitare alle dimensioni di un grande romanzo che copre due decenni di storia, dal 2001 al 2018. Tra questi momenti, spesso memorabili, spiccano le parentesi tipiche del regista con brani di musica pop (qui i Village People e la cantante cantonese Sally Yeh), più malinconiche che ironiche, come un ballo incosciente e leggero ai bordi di cambiamenti epocali. Allo stesso modo, sfondo e primo piano si scambiano idealmente i ruoli all' interno dell'inquadratura. Protagonisti diventano i luoghi mutanti attraversati dai personaggi: le città, i villaggi, le imbarcazioni, la diga delle Tre Gole (già al centro, fra l'altro, di 'Still Life', Leone d'oro a Venezia nel 2006) si impongono con un'evidenza assoluta, attraversati dalla macchina da presa di ieri e di oggi. E il film, oltre che un dramma umano reso con autenticità, diventa una riflessione sullo spazio e sul tempo, radicata nella storia." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 9 maggio 2019)
"Certamente avvinto al suo cinema che racconta il divenire del Paese, Jia Zhangke chiude nelle segrete del gangster movie 'I figli del fiume giallo' una love story che dal 2001 al 2018 in 3 capitoli, si sgretola in polvere. Tipo un 'C'era una volta in Cina' con l'occhio al poliziesco di Hong Kong e un'anima che soffre nel degrado global del paese che balla Y.M.C.A. Un grande personaggio e una grande attrice, Zhao Tao, quasi alla Kill Bill (...). In un algoritmo sociale impazzito il film vive di nichilismo nostalgico e terrore del domani: lo slancio epico si scontra con l'epoca e poi sprofonda nelle tre Gole, tra inondazioni, miniere e una irriconoscibile popolazione di uomini miseri e piccoli." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 maggio 2019)
_______________
_______________
_______________
_______________
_______________
_______________
_______________
|
Programma Mabuse Cineclub febbraio-maggio 2019
c/o Cinema Terminale - Via Carbonaia 31 - Prato
A PROPOSITO DI FAUST
Un progetto di Teatro Metastasio e Cineclub Mabuse
Dall’11 al 19 maggio il Fabbricone ospiterà Scene da Faust per la regia di Federico Tiezzi, uno dei registi teatrali più importanti del nostro Paese. Lo spettacolo si confronterà con un grande mito: quello di Faust. Il racconto di un sapiente studioso di teologia, filosofia e scienze naturali che, per ottenere conoscenze ancora più vaste, potere e giovinezza, vende la propria anima a Mefistofele mediante un contratto firmato col sangue. Lo spettacolo prenderà in esame la prima parte del Faust che ha proprio la figura di Mefistofele come centrale. Le regie di Tiezzi sono sempre ricche di colte citazioni tratte da vari ambiti delle arti visive e il cinema è una delle fonti primarie. Proprio per questo motivo abbiamo pensato di promuovere una piccola rassegna che presentasse tre film sul Faust che gli hanno suscitato suggestioni che troveremo in vario modo nello spettacolo: Faust di Friedrich Wilhelm Murnau, Faust di Aleksandr Sokurov e Parnassus di Terry Gilliam. Scene da Faust vedrà il regista e gli attori alla ricerca dell’essenza dell’uomo contemporaneo, in una terra di confine dove si scontrano il bene e il male. Oggi l’immagine di un patto con il Demonio forse non fa più troppa paura, ma i bisogni che spingono Faust a vendere l’anima ancora ci turbano: il desiderio di conoscenza e di nuova giovinezza, la ricerca della saggezza, delle risposte alla domanda su cosa sia la natura, la storia e la vita dell’uomo. Potremo riflettere su questi temi che animano anche i tre film, in attesa di trovarli declinati anche nello spettacolo che debutterà in prima assoluta al Fabbricone di Prato.
Spettacolo unico il MARTEDÌ alle ore 21.30
POSTO UNICO 5€ - *COPIE RESTAURATE 6€
RIDUZIONI PER ABBONATI METASTASIO E MONASH UNIVERSITY 4€/*5€
INGRESSO RISERVATO AI POSSESSORI DI TESSERA ASSOCIATIVA 2019 (1€)
|
FAUST - versione originale sottotitolata
martedì 14 maggio - ore 21.30
c/o Cinema Terminale
via Carbonaia 31 - Prato
un progetto di Teatro Metastasio e Cineclub Mabuse
CAST
Rus, 2010
Regia: Aleksandr Sokurov
Attori: Johannes Zeiler, Anton Adasinsky, Isolda Dychauk, Georg Friedrich, Hanna Schygulla
Soggetto: Johann Wolfgang von Goethe (tragedia), Yuri Arabov
Sceneggiatura: Aleksandr Sokurov, Marina Koreneva
Fotografia: Bruno Delbonnel
Musiche: Andrey Sigle
Montaggio: Jörg Hauschild
Scenografia: Yelena Zhukova
Costumi: Lidia Krukova
TRAMA
Faust è un pensatore, un trasmettitore di parole, un cospiratore, un sognatore. Un uomo anonimo guidato da istinti semplici: fame, avidità, lussuria. Una creatura infelice e perseguitata che lancia una sfida al Faust di Goethe. Perché rimanere nel presente se si può andare oltre? Spingersi sempre più in là, senza notare che il tempo si è fermato. E passeremo anche noi.
CRITICA
"Il Faust di Aleksandr Sokurov si distingue per ambizione, complessità e originalità autoriale. Del personaggio all'origine della tragedia di Marlowe e del capolavoro di Goethe (oltre che di mille altre opere non solo letterarie), Sokurov privilegia la sfida della conoscenza: il suo eroe è divorato da una inestinguibile ansia di sapere che lo porta a non accontentarsi mai di quello che sa. Una frenesia che sullo schermo si traduce in un continuo muoversi, spostarsi da un luogo all'altro per andare oltre, come di chi è condannato a non trovar mai pace. Una pace che forse non vuole nemmeno trovare, perché il patto con cui il diavolo voleva prendersi la sua anima - almeno nei versi di Goethe - era proprio quello di trovare un attimo, un momento talmente appagante da fargli desiderare che non trascorresse mai. Nel film questo patto si intuisce (quando per un momento la bellezza di Margherita si 'blocca' sullo schermo) ma viene ben presto dimenticato in nome del tormento della conoscenza, che spinge Faust lungo un cammino dove prima Margherita e poi anche il demone-usuraio che lo tenta finiranno per essere abbandonati. Questo percorso, Sokurov e il direttore della fotografia Bruno Delbonnel ce lo mostrano con una macchina da presa mobilissima e quasi 'inafferrabile' e dei colori slavati e polverosi, dove il grigio e il marrone vincono su tutto. Ininterrottamente parlato, il film ha anche momenti di difficile decifrazione e altri forse un po' semplicistici (le domande sull'esistenza di Dio) ma è anche vero che una sola visione non basta certo a coglierne tutta la complessità." (Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera', 9 settembre 2011)
"Tra i grandi personaggi del novecento dai celebri lati oscuri, protagonisti dei precedenti film di Aleksandr Sokurov ('Taurus', 'Moloch', 'Il sole') se ne aggiunge un quarto, l'uomo con caratteristiche che sopravanzano il suo limite, il 'Faust' assetato di potere (e di amore) senza limiti e che oggi perde qualche colpo, fissato per sempre da Goethe, fa sperare in una rivincita. II film è stato premiato inevitabilmente con il Leone d'oro a Venezia perché dotato di pura arte cinematografica, sorprendente per la perfezione della sua immaginazione e profondità, quasi una sfida tra il creatore e il suo oggetto, tra Sokurov e Faust, un lungo braccio di ferro durato parecchi anni per portarlo a termine. Faust incede con forza attraverso sorprendenti scenari, è indubbio che l'identificazione può portare a credere che il genere umano possa essere imbattibile, eppure esiste un orizzonte finale che gli fa da limite. Potrebbe essere l'orizzonte della scena, o l'orizzonte del paesaggio islandese scelto come ambientazione, oppure anche un paesaggio da cosmonauta interplanetario. Sempre oltre. (...) Qui ogni scena è un'affermazione dell'uomo su Mefistofele, diabolico usuraio, considerato semplice accessorio per l'uomo colto, compagno di strada da sopraffare e irridere, senza il quale non c'è da divertirsi. Fin dalle prime righe è un gioco tra l'essere umano e il cosiddetto spaventoso personaggio. Ed emblematica e finale è la scena in cui Faust si mette a cavillare sul 'contratto', e ne corregge gli errori di grammatica." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 28 ottobre 2011)
"Chi sarebbe oggi disposto a dannarsi l'anima in cambio della giovinezza, del danaro e dei favori di una splendida fanciulla? Più o meno tutti. Anche per una sola delle tre opzioni e forse meno ancora. Questo ha fatto crollare le quotazioni dell'anima sul mercato del diavolo. Il vero problema non è più vendersi, ma trovare qualcuno disposto a comprare. A partire da questa mesta consapevolezza Alexander Sokurov è partito per riscrivere al cinema il mito di Faust. (...) Il cinema di Sokurov è destinato a pochi. Ma chi si è abbandonato per una volta allo splendore delle sue opere, non può perdere questo film indimenticabile. Bello in ogni suo aspetto, dalla regia alla scrittura poetica di Yuri Arabov ai dialoghi di Marina Koreneva, dalle scenografie di Elena Zhukova alle musiche di Andrey Single, per non parlare dei due attori protagonisti, il Faust di Johannes Zeller e l'usuraio di Anton Adasinskiy, oltre a un cast formidabile nel quale spicca una lunare Hanna Schygulla. Di rado, almeno negli ultimi anni, il Leone di Venezia è stato assegnato con tanto merito. A proposito, si discute da anni sulla presunta inutilità dei festival del cinema e sulla ritualità dei premi." (Curzio Maltese, 'La Repubblica', 28 ottobre 2011)
LEONE D'ORO ALLA 68. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2011)
Spettacolo unico il MARTEDÌ alle ore 21.30
POSTO UNICO 5€ - *COPIE RESTAURATE 6€
RIDUZIONI PER ABBONATI METASTASIO E MONASH UNIVERSITY 4€/*5€
INGRESSO RISERVATO AI POSSESSORI DI TESSERA ASSOCIATIVA 2019 (1€)
|
|