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Cinema Roma
via Laudesi 6 a Pistoia
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Gruppo: Cinema Roma - Mabuse Cinema
Pagina: Cinema Roma Pistoia
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DOVE BISOGNA STARE
giovedì 23 e venerdì 24 maggio
per la rassegna “Diversismi – Pistoiainterculturale”
in collaborazione con Centro Interculturale, Cooperativa Pantagruel / Cooperativa Saperi Aperti e Comune di Pistoia
Proposta di Attività in collaborazione e sinergia con il Progetto SPRAR Pistoia 2019
Biglietti:
giovedì 23 ore 21.30: 4 euro
venerdì 24 ore 17.15: intero 6 euro, ridotto 5 euro
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giovedì 23 ore 21.30
venerdì 24 ore 17.15
Regia di Daniele Gaglianone, Stefano Collizzolli. Un film con Jessica Cosenza, Lorena Fornasier, Georgia Borderi, Elena Pozzallo. Genere Documentario – Italia, 2018, durata 98 minuti
https://www.youtube.com/watch?v=E5HqbCBj2cY&t=17s
Quattro donne italiane, di provenienze diverse, sono impegnate, a titolo volontario, nell'accoglienza dei migranti: Lorena, pensionata di Pordenone, aiuta come può dei pakistani nascosti in rifugi provvisori; Elena, in un paese vicino della Val di Susa, ospita in casa un ragazzo che ha attraversato a piedi nudi sotto la neve la frontiera; Jessica è tra i responsabili del centro sociale Rialzo di Cosenza; a Como Elena cerca ospitalità e fornisce informazioni pratiche agli immigrati.
"Co-prodotto da ZaLab di Andrea Segre (Io sono Li, Mare chiuso, Ibi, L'ordine delle cose), che con i suoi film in questi anni sta mappando sia in chiave di fiction che di documentario cause e conseguenze delle migrazioni, Dove bisogna stare è una dichiarazione di intenti, una presa di posizione che più chiara non potrebbe essere.
A differenza di molte altre indagini sul tema delle migrazioni, non dà per assodato nulla e cerca di assumere il punto di vista e le difficoltà di chi arriva nel nostro Paese spesso intendendolo come una tappa verso altre destinazioni. Non considera scontata nemmeno la complessità burocratica per chi ha bisogno di asilo, assistenza medica, supporto di mediazione culturale e linguistica, informazione sui propri diritti e doveri. Tutto quello insomma di cui i privati cittadini, i volontari, gli operatori del sociale e i gruppi spontanei di solidarietà si occupano da anni nel silenzio quasi totale dei media mainstream, più concentrati a inseguire le strumentalizzazioni del fenomeno da parte di alcune parti politiche.
In dodici capitoli intitolati alle parole di chi è parte in causa, Dove bisogna stare si pone delle domande difficili, che evidenziano discriminazione e mettono in crisi, invece di imporre soluzioni semplici a fenomeni globali complessi.
Nel registrare le difficoltà quotidiane raccolte dalle quattro protagoniste, cadono anche molti illusori luoghi comuni, come l'aspettativa paternalistica di forme di gratitudine o la possibilità di identificazione totale in chi arriva. Quello che il film dimostra è che nell'osservare a distanza ravvicinata l'altro, progressivamente ci si riconosce in lui e si arriva per lo meno a ricalibrare la nostra enorme libertà di movimento. Ricordandoci che la prima condizione per esprimere un'opinione individuale è il dovere di informarsi. Fuori concorso in TFF Doc al Torino Film Festival 2018." (Raffaella Giancristofaro, mymovies.it)
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TUTTI PAZZI A TEL AVIV
da giovedì 23 maggio
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giovedì 23 ore 17.15 - 19.20
venerdì 24 ore 19.20
sabato 25 ore 18.30 - 20.30
domenica 26 ore 16.30 - 18.30
martedì 28 ore 19.20
mercoledì 29 ore 21.30
Regia di Sameh Zoabi, con Kais Nashif, Lubna Azabal, Yaniv Biton, Nadim Sawalha, Maisa Abd Elhadi. Titolo originale: Tel Aviv on Fire. Genere Commedia - Lussemburgo, Francia, Belgio, Israele, 2018, durata 97 minuti
https://www.youtube.com/watch?v=S9CXNzC3_eo
Salam è un trentenne che vive a Gerusalemme e lavora a Ramallah. È stato assunto da poco da uno zio come stagista sul set di una famosa soap opera palestinese, Tel Aviv on Fire. Ogni giorno, per raggiungere lo studio televisivo, deve passare dal rigido checkpoint israeliano, sorvegliato dalla squadra di militari del comandante Assi. Poiché la moglie di Assi è una grande fan della serie televisiva, e Salam si è spacciato per sceneggiatore, Assi esige di farsi coinvolgere personalmente nella stesura della storia. In un primo tempo, la carriera di Salam ne beneficia, al punto che viene realmente assunto per scrivere il seguito, peccato, però, che l'ufficiale israeliano e i finanziatori arabi non intendano il finale nello stesso modo.
"Il fatto che il regista e sceneggiatore Sameh Zoabi abbia optato per la commedia per raccontare la vita al tempo di uno dei più dolorosi e insolubili conflitti della storia contemporanea non deve essere letto come una dichiarazione di leggerezza, ma come segnale di una consapevolezza.
Ridere di noi stessi aiuta a sopprimere la rabbia e pone nella giusta prospettiva per trovare una soluzione alla frustrazione. Tel Aviv on fire affronta l'occupazione, l'abuso di potere, persino (o più che mai) l'irrazionalità di alcuni noti comportamenti dei due fronti, su un piano traslato, quello della messa in scena fittizia (e piuttosto becera) della soap, e lo fa per dire che un dialogo è possibile, un finale è possibile, persino una nuova stagione, forse: a patto di ascoltarsi, per quanto pessime e incondivisibili possano sembrare all'inizio le idee dell'altro.
Dentro gli ingranaggi di un film che scorre fluido, senza grandi pretese, sfruttando gli spunti offerti dello strumento comico dell'iperbole ma senza farsi tentare da attacchi di bassa lega, Zoabi, attraverso il personaggio dell'inesperto Salam, scrive un piccolo romanzo di formazione, nel quale viene premiato il pensiero che nasce dal cuore, per quanto melenso possa apparire ("i fichi come frutto dell'amore"), anziché la frase fatta, la domanda retorica, il botta e risposta senza speranza di cui è scritta la storia dell'opposizione israelo-palestinese.
Il regista si diverte, cioè, a mettere il suo dinoccolato protagonista in una situazione complicata e potenzialmente "esplosiva" (per usare un termine volontariamente ambiguo, che innesca una miccia anche all'interno del film), per vedere come se la caverà alle prese con prospettive così comicamente divergenti, che potrebbero però avere drammatiche conseguenze reali. Anche il mondo apparentemente più lontano dalla politica che si possa immaginare, infatti, come quello dell'intrattenimento televisivo per signore, in un clima sociale perennemente sul punto d'infiammarsi non è immune da responsabilità. Salam, insomma, dovrà farsi venire una buona idea. Sameh Zoabi, nel piccolo del suo film, ce l'ha avuta." (Marianna Cappi, mymovies.it)
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SARAH & SALEEM - LA' DOVE NULLA E' POSSIBILE
da venerdì 24 maggio
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venerdì 24 ore 21.30
sabato 25 ore 16.00 - 22.30
domenica 26 ore 20.30
lunedì 27 ore 21.30
Regia di Muayad Alayan, con Adeeb Safadi, Sivane Kretchner, Ishai Golan, Maisa Abd Elhadi, Jan Kuhne. Cast completo Titolo originale: The Reports on Sarah and Saleem. Genere Drammatico - Palestina, 2018, durata 127 minuti
https://www.youtube.com/watch?v=7wqXPmu6uS0
Sarah, israeliana, gestisce un bar a Gerusalemme, ha una figlia piccola di nome Flora e un marito nell'esercito. Saleem, palestinese, fa consegne di pane, ha una moglie incinta e problemi ad arrivare a fine mese. I due s'incontrano, si piacciono, intraprendono una relazione clandestina che si consuma con cadenza settimanale nel furgone di lui. Basta una rissa in un pub a Betlemme ad accendere la miccia, ne esploderà un'indagine più politica che privata in cui tutti sono contemporaneamente colpevoli e innocenti.
"(...) 'The Reports on Sarah and Saleem', il titolo internazionale del secondo film del regista palestinese Muhayad Alayan - in italiano divenuto 'Sarah & Saleem - Là dove nulla è possibile' - restituisce con precisione cosa significa qualsiasi gesto, anche personalissimo come appunto avere un amante, nella realtà di un paese, quale Israele quando si tocca il muro sempre più netto e violento della separazione. Si può essere solo eroi anche senza volerlo, anche per caso, o forse persino di più. (...) Quello che si presenta come un paradosso narrativo, il cui facile esito potrebbe essere la contrapposizione tra «buoni» e «cattivi», viene tenuto dal regista con fermezza, a cominciare dalla costruzione dei personaggi che prendono il proprio spazio nell'inquadratura - e nella narrazione - senza divenire simboli di qualcos'altro." (C.PI., 'il Manifesto', 25 aprile 2019)
"Nell'intrigo paradossale che trasforma una relazione di sesso senza pensieri in un caso politico pieno di implicazioni drammatiche, il bandolo della matassa, alla fine, è solo nelle mani delle donne. (...) Ancora una volta, nell' avventura palpitante di 'Sarah & Saleem - Là dove nulla è possibile', regia di Muayad Alayan, dall'universo femminile arrivano segnali convincenti per un futuro di pace che i maschi non sanno né immaginare, né progettare." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 25 aprile 2019)
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DENTRO CARAVAGGIO
lunedì 27, martedì 28 e mercoledì 29 maggio
per La Grande Arte al Cinema
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lunedì 27 ore 17.15 - 19.20
martedì 28 ore 17.15 - 21.30
mercoledì 29 ore 17.15 - 19.20
Biglietti:
Intero 10 euro
Ridotto 8 euro
Regia di Francesco Fei. Un film con Sandro Lombardi. Genere Arte, Documentario 2019, Uscita cinema lunedì 27 maggio 2019 distribuito da Nexo Digital
https://www.youtube.com/watch?v=gHpssr3NGWM
"Ciò che inizia con l’opera di Caravaggio è molto semplicemente la pittura moderna" (André Berne-Joffroy)
A cinque secoli dalla morte, con l’infinito numero di libri e mostre a lui dedicati, i film, i fumetti, gli articoli di giornale, gli approfondimenti, cosa continua a raccontarci la figura di Caravaggio? Come mai questo personaggio riesce sempre, in maniera così densa e composita, a scuotere chi osserva le sue opere e chi legge della sua vita?
È per provare a rispondere a queste domande che, una sera d’inverno, Sandro Lombardi, uno degli artisti più carismatici e poliedrici del panorama teatrale italiano, sale le scale di Palazzo Reale a Milano per visitare la mostra Dentro Caravaggio, un’esposizione che ha presentato al pubblico opere provenienti dai maggiori musei italiani e da altrettanto importanti musei stranieri, affiancando per la prima volta le tele di Caravaggio alle rispettive immagini radiografiche. Da questo viaggio dentro le opere e dentro l’uomo Caravaggio, prende il via il percorso del docu-film: proprio nello stesso luogo in cui, nel 1951, Roberto Longhi propose la Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi, punto fermo assoluto nella storia della riscoperta critica dell’artista.
Il viaggio condotto da Sandro Lombardi attraverserà i diversi luoghi caravaggeschi: Roma, Napoli, Malta, la Sicilia, tutte quelle terre in cui Caravaggio e le sue inquietudini hanno lasciato traccia concreta. Il docu-film farà poi tappa al Sacro Monte di Varallo, complesso devozionale affrescato da Gaudenzio Ferrari e celebre in tutto il mondo per la sensibile, emozionante rappresentazione teatrale e scenografica della Via Crucis e dei luoghi santi della storia di Cristo. Perché forse è proprio tra queste statue e tra questi affreschi che si nascondono, almeno in parte, le radici dell’arte di Caravaggio.
Ad accompagnare la visione di capolavori come Davide e Golia, Deposizione, Marta e Maria Maddalena, Sacra famiglia con Giovannino, Ragazzo morso da un ramarro sino al Seppellimento di Santa Lucia, Resurrezione di Lazzaro, Adorazione dei pastori, ci saranno gli interventi di esperti autorevoli e di artisti: Rossella Vodret, massima conoscitrice di Caravaggio e curatrice della mostra Dentro Caravaggio a Palazzo Reale a Milano, Marco Carminati, critico e giornalista, Alessandro Morandotti, storico dell’arte e curatore della mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri delle Gallerie d’Italia di Milano, Milo Manara, celebre fumettista e autore di una biografia per immagini di Caravaggio, Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero politico e di Storia delle dottrine politiche alle Università di Napoli, Giovanna Cassese, storica dell’arte già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e attuale direttore dell’ISIA Faenza, Caterina Di Giacomo, Storica dell’arte, attuale direttore del MuMe, il Museo Regionale Interdisciplinare di Messina, e del Museo Bernabò Brea di Lipari, Achille Mauri, Presidente di Messaggerie Italiane e della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri e il duo di video artisti Masbedo.
Dalla Pinacoteca di Brera di Milano con la sua Cena in Emmaus alla Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo, a Roma, con la Crocefissione di San Pietro e la Conversione di Saulo, sino ad arrivare al Pio Monte della Misericordia di Napoli (con un’incursione al Cimitero delle Fontanelle, luogo ideale per riflettere sulla vicenda umana di Caravaggio). E ancora la Cattedrale di San Giovanni Battista a La Valletta, a Malta, dove, braccato e condannato a morte, Caravaggio si rifugia con l’idea di diventare cavaliere e guadagnarsi la salvezza. Il percorso del docu-film ci porterà poi alla Chiesa di Santa Lucia alla Badia, a Siracusa, in Sicilia. È qui che, in fuga da Malta, dove è stato incarcerato per l’ennesima rissa, Caravaggio ripara lasciando alcune delle opere più intense e cupe del suo percorso: il Seppellimento di Santa Lucia, a Siracusa; la Resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei Magi, a Messina.
Sulle tracce di Caravaggio e dei suoi viaggi, incontreremo così testimoni e protagonisti del mondo dell’arte e della cultura, appassionati e cultori, per indagare la fede e la luce, il realismo, la fuga e, ancor più, l’immensa contemporaneità di questo artista. A coronamento del percorso, anche un’incursione nella mostra milanese L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri, allestita alle Gallerie d’Italia, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, per raccontare l’influenza di Caravaggio sull’arte del Seicento.
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