Non sono andato a vedere “Quo vado” di Checco Zalone e francamente non mi sento un emarginato. Non ci sono andato perché da sempre mi danno fastidio i film che esaltano la nostra italica approssimazione. Penso che noi italiani siamo davvero strani. Da una parte siamo orgogliosi del fatto che alcuni dei nostri cervelli che fuggono all'estero vengano apprezzati al punto da ottenere sovente grandi successi e andiamo fieri di quelle che ci piace definire le “eccellenze italiane” (personalmente le definisco eccezioni), investendo notevoli risorse per promuovere il cosiddetto “Made in Italy”. Dall'altra, siamo sempre pronti ad accogliere ogni tipo di insegnamento ci arrivi da chiunque e dico proprio chiunque, non abbia origini italiane (privilegiando di gran lunga quelle anglo-sassoni), o chi scimmiotta più o meno allegramente e più o meno fedelmente questi presunti guru.
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